Parigi ha dichiarato ufficialmente una battaglia contro l’ultra fast fashion. La capitale europea della moda ha proposto una legge senza precedenti per limitare gli impatti ambientali legati al mercato dei vestiti a basso costo, prendendo di mira aziende come Shein e Temu. Queste misure includono il divieto di pubblicità per tessuti economici e l’istituzione di un’imposta ambientale sugli articoli a basso costo.
L’industria della moda usa e getta, che offre capi di moda a basso prezzo e facilmente accessibili, sta avendo un impatto significativo sull’ambiente, generando emissioni climalteranti, rifiuti e problemi sociali legati alle condizioni lavorative nelle fabbriche di produzione. Il mercato francese dell’abbigliamento è stato invaso da prodotti importati a basso costo, mettendo a rischio alcuni marchi nazionali.
La preoccupazione principale è l’impatto ambientale dell’industria tessile, che rappresenta una delle industrie più inquinanti e contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra e allo spreco di risorse come l’acqua. La Francia intende affrontare questo problema con misure concrete, tra cui l’informazione dei consumatori sull’impatto ambientale dei prodotti, l’istituzione di sovrapprezzi legati all’impronta ecologica e il sostegno finanziario ai produttori di abbigliamento sostenibile.
Tuttavia, la concorrenza dei giganti dell’e-commerce come Shein e Temu rende difficile frenare il consumo di abbigliamento a basso costo. Nonostante le richieste di sanzioni più severe e criteri rigidi sulle condizioni dei lavoratori, queste proposte non sono state incluse nella legge approvata.
L’industria della moda globale sta diventando sempre più inquinante, con una produzione annuale di miliardi di nuovi capi, molti dei quali finiscono come rifiuti nelle discariche. La legge francese mira a cambiare questa tendenza insostenibile per preservare la salute del pianeta.